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Zaia, altro attacco a Conte: “Ci sono stati pasticci e li hanno fatti a Roma, non qui”

Il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega) torna ad attaccare il governo, anche forte del largo consenso che sta guadagnando nell’elettorato italiano e in particolare in quello del centrodestra, a danno del suo compagno di partito e attuale leader Salvini. Nel giorno della grande riapertura, è ragionevolmente convinto che si sia fatta la cosa giusta e ragiona in un’intervista al Corriere: “La vicenda è semplice. Venerdì le Regioni avevano chiuso un accordo con il premier Conte. Poi, sabato sera abbiamo detto di no, visto che il ruolo delle Regioni era una cosa tra le mille. Abbiamo dunque chiesto un incontro urgente che si è concretizzato all’una del mattino. Poi, pochi minuti prima delle 3.30 di domenica, abbiamo chiuso nuovamente l’accordo con il fatto che le linee guida delle Regioni fossero un allegato del Dpcm”.

Commenta ancora Zaia: “Penso che ci sia un retaggio recondito di alcuni palazzi che non sono disposti a condividere mai qualunque forma di autonomia. Vista da Roma, l’autonomia è una sottrazione di potere. Vista da noi, è un’assunzione di responsabilità. Ma io credo che irresponsabile sia chi non vuole l’autonomia. Da qui, discendono certi pasticci. Credo che la vicenda Covid abbia dimostrato fino in fondo l’importanza dell’autonomia. Lei pensi che cosa sarebbe stata questa epidemia se tutto fosse stato gestito da Roma…”.

Che sarebbe successo se l’epidemia fosse stata gestita da Roma? “Sono mancate le indicazioni basilari. Qui, tutto è accaduto su scelte nostre, a partire dalla chiusura di Vò euganeo e dai tamponi che abbiamo fatto subito alla popolazione di quel comune e poi ad allargare il cerchio. Mi dicevano che sprecavo soldi. A proposito, e i tamponi? Noi li abbiamo fatti con il sistema veneto, ma non è che qualcuno si fosse dotato di magazzini di tamponi…”.

Insomma, le responsabilità del governo ci sono… Zaia commenta: “Di fronte a questa immane tragedia, io non ho aperto polemiche con il governo. Di certo, se si diffondesse la notizia di una nuovo virus, io manderei là il meglio della sanità veneta per studiare il fenomeno”.

 

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