Il governatore del Veneto Luca Zaia – in un’intervista al Corriere – prende posizione contro i no-vax e i no-green pass, che sono comunque presenti anche nel suo partito e tra i suoi elettori: “La mia libertà finisce dove comincia la tua. Il confronto e la libertà sono il sale della democrazia. La stella polare della mia vita è la frase che attribuiscono a Voltaire: ‘Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire’. I toni devono rimanere accettabili. Non può passare lo stigma e la messa in mora di chi la pensa diversamente e fa il suo lavoro. Siamo passati da una sanità pubblica che faceva le profilassi a scuola a un punto in cui è difficile fare un tampone perché veniamo accusati di infilare microchip nel naso dei bambini. Fare quello che abbiamo il dovere di fare sta diventando un problema”. (Continua a leggere dopo la foto)
Aggiunge Zaia: “Il tema della vaccinazione fa emergere questioni rilevantissime. Se invochiamo la libertà per qualsiasi cosa, perdiamo il minimo senso del bene comune. Oggi riguarda i vaccini, domani qualunque scelta di sanità pubblica. Eppure, noi per decenni siamo stati accompagnati da piani di sanità pubblica. La mia generazione la distingui perché sulla spalla ha la cicatrice della vaccinazione. Vaccino arrivato troppo in fretta? Le conoscenze per preparare un vaccino non sono quelle di 50 o 60 anni fa. Ma il problema vero è che in questo clima, se inventassero oggi la penicillina, avremmo i social pieni di gente che dice che una muffa non se la inietta. Qui sta saltando il patto sociale. E se succede è inevitabile che andiamo alla deflagrazione”. (Continua a leggere dopo la foto)
Continua Zaia: “Nessuno si diverte ad assumere un farmaco. Tutti, a partire dall’aspirina, hanno delle controindicazioni. Ma è pur vero che in un’epidemia, la profilassi io la faccio per me e anche per chi mi è vicino. Io penso che se uno ha un’unghia incarnita, la scelta è sua: dipende da lui se curarsi o farsi tagliare un dito. Però, di fronte a un’epidemia bisognerebbe fare squadra. Altrimenti la pandemia si trasforma in guerra civile o, peggio, in guerra tra poveri. Noi abbiamo il dovere di evitarlo e di discutere. Ma qui c’è ancora chi dice che il virus non esiste e che è un complotto. Incuranti del fatto che i vaccini funzionino”. (Continua a leggere dopo la foto)
Sulla manifestazione di Roma di mercoledì sera, in cui erano presenti i leghisti Borghi e Siri, Zaia dice: “La Lega è sempre stata un partito di composizione sociale e culturale variegata, ci sta che qualcuno non la pensi come te. Detto questo, non mi risulta che il partito abbia deciso di rinnegare l’attività dei propri amministratori, presidenti e sindaci. Un discorso è discutere legittimamente sull’obbligatorietà, come fa il segretario Salvini. Altra cosa è farsi portatori di una linea in cui io assolutamente non mi identifico. E mi rifiuto di pensare che sia quella del partito”.
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