La Lega di Matteo Salvini rischia presto di diventare tale a tutti gli effetti. Perdendosi per strada gli esponenti ancora legati al vecchio partito, quello che lottava innanzitutto per l’autonomia, che oggi faticano a riconoscersi nel Carroccio a tinta sovranista, dipendente dagli umori di un leader vulcanico ma anche estremamente goffo e dalla sconfinata collezione di gaffe e uscite a vuoto. L’ultima campagna di tesseramento ha visto, non a caso, l’addio di tanti volti storici, legati a un’epoca ormai al tramonto. Con la possibilità che lo strappo, a breve, divenga ancora più vistoso.
Da tempo si mormora ormai della possibilità di una scissione interna alla Lega. Una possibilità che si fa sempre più forte col passare delle settimane, con vari fattori a sommarsi. Non c’è soltanto la voglia di fuga di chi ormai si sente estraneo al partito personale di un Matteo Salvini che non viene considerato dai leghisti duri e puri come “uno di loro”. C’è anche un’antica e mai del tutto sopita rivalità tra gli esponenti piemontesi e lombardi del partito. Con Luca Zaia che, in questo senso, potrebbe guidare in prima persona la piccola rivoluzione.
Secondo quanto raccontato da Repubblica, Zaia in questi giorni avrebbe infatti dato mandato di realizzare sondaggi per testare l’impatto di una sua eventuale discesa in campo con una lista personale. Il risultato, stando alle rilevazioni, sarebbe un 40% di preferenze in Veneto a favore dell’attuale governatore, che straccerebbe dunque qualsiasi tipo di concorrenza.
Al momento nessuno si muove. Si attendono gli sviluppi a livello nazionale, con il governo Conte che annaspa e il Carroccio, nonostante mille problemi, ancora primo partito d’Italia. Ma il 2021 rischia di trasformarsi in un anno-chiave: o Salvini riesce a tirare le redini del partito, o il rischio scissione sarà forte, fortissimo. Di mezzo ci saranno le Regionali, le elezioni di primavera, il possibile crollo del Conte 2. Tanti appuntamenti per una formazione politica che rischia, di colpo, di perdere pezzi molto pesanti.
“Niente museo del fascismo a Roma”: Raggi blocca la mozione della consigliera M5s