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Zaia, stoccata a Salvini: “Vinco perché governo. Non vado in giro a fare comizi”

Rieletto per la terza volta con quasi il 76 per cento dei voti. Un dato che fa impressione. Nella vittoria bulgara di Luca Zaia in Veneto, spicca il distacco tra la sua lista personale e i voti raccolti dal partito della Lega. Numeri che riaccendono inevitabilmente la sfida tutta interna al partito per la leadership, nonostante lui e Salvini abbiano sempre spiegato di avere ruoli e obiettivi diversi. Durante tutta la sua festa, Zaia, il governatore più votato di sempre in Italia, è costretto a mettere le mani avanti. E a smentire più e più volte qualsiasi contrapposizione con Matteo Salvini: “Ci siamo messaggiati, mi ha fatto i complimenti”.

Continua Zaia, gongolando: “Fra noi non c’è nessun dualismo. Io penso a governare il Veneto, non ho nessuna velleità di politica nazionale. A me la vita ha dedicato questo ruolo, che è quello di amministrare”, ripete fino alla fine il presidente del Veneto. Zaia da solo ha preso tre volte i voti del partito. E oggi può permettersi di avere il piglio di chi non dovrà chiedere permesso a nessuno. Il governatore sorride e si toglie pure qualche sassolino dalla scarpa: “La lista del presidente intercetta il consenso che non va al partito”, spiega.

Poi arrivano altre frecciate a Salvini: “Perché vinco? Io governo, non vado in giro a fare comizi”, e se questo non era un messaggio diretto a Salvini e a una parte dell’elettorato fedele al Capo… Aggiunge ancora Zaia: “Non sarà un’amministrazione di ordinaria amministrazione, ma sappiamo di avere dei compagni di viaggio”. A chi gli chiede quale sarà il suo primo obiettivo, risponde citando quella che è finora la sua più grande incompiuta: “L’autonomia del Veneto è il primo obiettivo. Roma deve capire che il voto del Veneto significa anche questo”.

Il dubbio era se sarebbe stata una vittoria o una stravittoria, alla fine è stata la seconda. È un record assoluto, da quando si vota per le regioni. Luca Zaia viene rieletto per la terza volta presidente del Veneto con quasi il 76 per cento dei voti: più che un governatore, è una specie di sovrano. Questo risultato storico ora cambia per forza di cose gli equilibri all’interno della Lega.

 

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