Lo zaino digitale sembra destinato ad affrettare il processo di dematerializzazione anche nel mondo scolastico. L’epoca in cui gli studenti italiani erano costretti a trasportare chili di libri a scuola, con l’ausilio di uno zaino, sembra finalmente destinata a finire, facendo tirare un sospiro di sollievo ai genitori.
Ad affrettare questa rivoluzione, sarà in particolare una iniziativa delle case editrici, che hanno appena finito la fase di sperimentazione di una piattaforma sulla quale saranno riversati tutti, o quasi, i libri di testo in uso nelle scuole dislocate lungo la penisola, dalle elementari sino alle secondarie.
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Zaino digitale: i contenuti si fanno interattivi
Zaino digitale è un progetto disegnato da Aie, l’Associazione Italiana degli Editori, al fine di consentire l’accesso ai libri in formato elettronico.
Secondo gli addetti ai lavori si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione, in quanto proprio grazie a questa piattaforma gli studenti potranno infine consultare online i libri di testo delle aziende partecipanti all’iniziativa. Per farlo, basterà sfruttare lo spazio virtuale che è stato loro assegnato inserendo una serie di dati come l’istituto scolastico frequentato e la classe di appartenenza.
La più immediata conseguenza sarà quella di alleggerire finalmente il carico di libri sugli studenti, un problema che nel corso degli ultimi anni ha destato grande preoccupazione tra i genitori.
Una polemica sempre più rovente
Zaino digitale prende di petto una polemica che nello scorso anno scolastico aveva raggiunto toni abbastanza surriscaldati, tanto da spingere il Bambin Gesù a stabilire in cinque chilogrammi il peso massimo cui doveva giungere lo zaino degli studenti una volta riempito coi libri. Mentre era stato più flessibile un preside friulano, il quale aveva deciso di inviare una circolare ai suoi professori affermando come il peso complessivo dello zaino non doveva oltrepassare la soglia del 15% rispetto a quello corporeo dello studente interessato.
Soglie e misure largamente disattese all’atto pratico, se si pensa come un’altra preside, stavolta lombarda, aveva deciso di dotarsi di una bilancia al fine di valutare caso per caso, scoprendo con un certo sgomento come ogni ragazzo del suo istituto fosse costretto a portare con sè un minimo di otto chilogrammi in libri di testo.
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Una circolare disattesa
Di fronte a questi dati, suonava quindi come una vera e propria beffa quanto affermato da una circolare del Miur, secondo la quale proprio l’eccessivo carico potrebbe causare seri squilibri, danni alla postura e altri disagi fisici. Una circolare che pur avendo individuato il problema, non è mai stata seguita da fatti concreti, tesi ad alleggerire il carico che grava sui ragazzi italiani.
Un problema tale da far passare in secondo piano quello rappresentato dai costi. A tal proposito, va ricordato come l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori abbia provveduto a calcolare i costi derivanti dall’acquisto dei libri di testo. Un ragazzo che frequenta la prima media deve spendere 484 euro, che salgono a 799 nel caso dei liceali. Una spesa che continua ad aumentare di anno in anno, prosciugando le già magre risorse delle famiglie. Chissà che anche il problema del caro libri non possa essere prima o poi risolto ricorrendo ai formati digitali, i quali potrebbero condurre infine ad un ridimensionamento di costi avvertiti con grande disagio dai genitori, considerato che si parla pur sempre di scuola dell’obbligo, nella maggior parte dei casi.