Cosa succederà ora a Patrick Zaki? Lo studente egiziano sarà trasferito da Mansura al carcere egiziano di Tora, poi si procederà con la scarcerazione. Una notizia arrivata a sorpresa, dopo 668 giorni di rinvii. Invece la nuova, ennesima udienza di questa mattina al tribunale di Mansura contro lo studente egiziano dell’Università di Bologna, in carcere dal 7 febbraio 2020, è finita con la decisione di rimetterlo finalmente in libertà.
Come spiegato dal Messaggero, però, non è arrivata l’assoluzione. L’appuntamento è invece rimandato a febbraio per l’ultima parole. Presenti in aula, come sempre, i rappresentanti diplomatici dell’ambasciata italiana al Cairo e alcuni colleghi di altri paesi alleati. Un segnale della crescente attenzione internazionale suscitata dal caso dello studente, arrestato al suo arrivo all’aeroporto al Cairo.
Come ricostruito dal Messaggero, Zaki era stato trasferito per l’occasione dal carcere di massima sicurezza di Tora, dove stava scontando la sua odissea, a quello di Mansura. Le accuse nei suoi confronti, con il passare del tempo, erano quasi tutte decadute: restava soltanto quella di diffusione di notizie false, per la quale rischiava fino a 5 anni.
Amnesty International ha organizzato per le prossime ore un sit-in in piazza a Roma e in diverse altre città in sostegno dello studente. Si terrà il primo febbraio la prossima udienza del processo, anche se a Zaki, secondo quanto si apprende, non è stato imposto l’obbligo di firma in vista della prossima udienza, fissata il primo febbraio. Sul momento in cui verrà scarcerato restano però incognite: “Abbiamo appreso che la decisione è la rimessa in libertà ma non abbiamo altri dettagli al momento” ha spiegato la legale Hoda Nasrallah all’Ansa.
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