Zero tasse (o quasi) per chi investe in piccole e medie imprese. Questo l’obiettivo che intende raggiungere il nuovo decreto voluto da Palazzo Chigi: l’intenzione è quella di dare una spinta ai finanziamenti alle imprese provando a coinvolgere anche il risparmio privato, finora molto timido su questo fronte e ben più proiettato ad investire risorse negli strumenti finanziari.
‹‹Il nostro sistema è troppo ‘bancocentrico’ – aveva sottolineato il viceministro dell’Economia Enrico Morando ai tempi dell’annuncio – per cui è opportuno introdurre delle misure che favoriscano forme di finanziamento da parte del mercato, in aggiunta chiaramente a quelle del sistema bancario››.
Il Governo vuol provare a spostare una parte del risparmio privato delle famiglie verso il finanziamento diretto delle imprese italiane. O meglio, spostare gli investimenti dalla finanza all’economia reale. Ma con quale beneficio per chi intende provarci?
I guadagni che si otterranno dai soldi investiti in imprese non saranno assoggettati ad alcuna tassa, pertanto non ci sarà il paventato prelievo del 26% attualmente previsto sui guadagni da capitale (sia che si tratti di interessi sia che si tratti di dividendi). Tuttavia l’esenzione totale dal Fisco ci sarà nel caso in cui l’investimento non superi i 30mila euro annui e solo nell’ipotesi in cui questo si protragga su un periodo di tempo di almeno tre anni.
Brunello Colli