Zingaretti e Berlusconi sono sempre più vicini. E questo non fa che alimentare rumors e dietrologie. Al di là di molte ricostruzioni, l’operazione evidente è una sola: i due leader stanno facendo una rete di protezione intorno al premier Conte. Ma da qui a un nuovo governo con Forza Italia dentro ce ne passa. Zingaretti non vuol sentir parlare di rimpasti o governi alternativi e punta tutta la sua attenzione su un altro fronte: ora la sfida consiste nel come affrontare il crescente disagio sociale post-pandemia preservando l’esecutivo ed evitando contraccolpi che potrebbero far precipitare la situazione, cioè la maggioranza. Nasce da qui il suo appello alla “concordia nazionale” pubblicato la settimana scorsa dal Corriere della Sera.
Ed è proprio il Corriere a spiegare come stanno le cose: “Al leader del Pd sembra di cogliere qualche frutto di quella iniziativa: ‘Luigi Di Maio e Giuseppe Conte hanno abbracciato l’idea di una fase unitaria e collegiale del Paese per affrontare i prossimi mesi. Grazie anche al contributo di Sergio Mattarella questa posizione si sta rafforzando’. E ieri l’articolo sul Corriere in cui Silvio Berlusconi auspica un ‘clima di concordia nazionale’ lo ha convinto di aver imboccato la strada giusta. ‘Quelle del leader di Forza Italia sono parole importanti’, sottolinea Zingaretti”.
Stando sempre al Corriere, il leader del Pd ha anche confidato, ironico, ai suoi collaboratori: “Chissà che penseranno di queste mie affermazioni su Berlusconi quelli che mi dipingono come un comunista subalterno ai Cinque Stelle”. È ovvio che l’obiettivo del leader del Pd – sottolinea il quotidiano – non è quello di creare le condizioni per un governo di unità nazionale: “Non si parla di alleanze politiche o di nuovi governi, ma di ritrovare un’anima patriottica”. Dunque, l’obiettivo è un altro: cercare di evitare che almeno una parte delle opposizioni soffi sul fuoco del disagio sociale e dia il via a un’aspra contrapposizione con il governo.
La situazione infatti è delicata e secondo Zingaretti non ci si può consentire il lusso di commettere errori, perché il rischio è, a suo avviso, che insieme al governo salti il Paese. Perciò sta facendo di tutto per sostenere Conte, conscio del fatto che “in una fase come questa la parola deve passare alla politica. Ora siamo agli effetti economici, produttivi e sociali del post-pandemia. È una fase sicuramente più complessa da affrontare. Potenzialmente drammatica. È cambiato tutto. Abbiamo chiuso una fase dell’emergenza sanitaria e già siamo piombati in un’altra emergenza addirittura più complessa”.
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