Il Pd è di nuovo una polveriera, come ai bei tempi. Correnti, congressi, attacchi, lotte intestine e aria di scissione. Il segretario Zingaretti è sotto assedio, sferzato soprattutto dal rampane governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Zingaretti è stato messo in discussione dopo l’immobilismo nella gestione della crisi di governo. Poi la “questione-donne”, l’ammissione di non sapere nulla dell’integruppo Pd-M5S- Leu e ora l’aver avuto poca voce in capitolo nella formazione del nuovo governo, piazzando poche tessere nei posti che contano. Il Pd si avvicina in queste condizioni al congresso. Il segretario, dopo mesi di attacchi quotidiani da parte degli ex renziani ancora presenti nel partito, ha deciso che piuttosto che rimanere imbrigliato nelle polemiche quotidiane e fare la fine di San Sebastiano, è meglio giocare in campo aperto. (Continua a leggere dopo la foto)
Come riporta Tpi, “quindi ok al congresso e che vinca il migliore. A correre per la segreteria sarà certamente Bonaccini, spinto da Base Riformista dei vari Marcucci, Gori e Nardella. ‘Sono la mozione Torna a casa Matteo’ chiosano dal Nazareno, mozione peraltro abbondantemente anticipata da TPI nelle scorse settimane”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Renzi sondaggi alla mano non è certamente il politico più popolare d’Italia. Fare una battaglia congressuale per farlo rientrare nel Pd è davvero fuori dal mondo”, continuano i Dem fedeli a Zingaretti. “Ma la verità è che se dovesse prevalere Bonaccini il Pd si sposterebbe molto al centro e su una linea nordista molto vicina alle partite Iva e alle classi imprenditoriali. Ecco perché ieri Bonaccini si è messo in ‘linea’ con Salvini”, ragiona un parlamentare dem anti renziano. (Continua a leggere dopo la foto)
“Hanno un target elettorale molto comune”, dice ancora. “però non c’azzecca nulla con i valori di una formazione di centro sinistra come dovrebbe essere il Pd”. Ecco perché, se Bonaccini dovesse farcela, per il Pd potrebbero aprirsi le porte dell’ennesima divisione.
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