Come si fa a dare nuove energie a un governo che sembra sempre più traballante, messo in pericolo da un lato dalla figura di un Renzi sempre troppo ambiguo e dall’altra dalla costante emorragia di parlamentari Cinque Stelle che decidono di abbandonare il partito? Se lo stanno chiedendo in tanti, in queste ore, all’interno della maggioranza giallorossa. Le Regionali, d’altronde, sono all’orizzonte, e visto che l’inizio non è stato certo dei migliori (la batosta umbra è ancora fresca) il rischio è che le cose di qui ai prossimi mesi vadano persino peggiorando.
Da qui l’idea di dar vita a un gruppo autonomo che accolga i fuoriusciti dell’opposizione, con un occhio particolare a quella Forza Italia che vede molti parlamentari pronti a fare un passo indietro, scioccati dalla svolta impressa da Berlusconi sempre più vicino alla Lega di Salvini. Tutt’altro che moderati, insomma. A quegli scontenti guarda ora Zingaretti, in accordo con Conte, per tentare di rafforzare così le fondamenta di un esecutivo traballante.
L’operazione avrebbe un doppio fine. Non solo tamponare la possibile, ulteriore fuga di onorevoli dall’universo grillino, ma anche arginare lo strapotere di Renzi. A oggi, infatti, i dissidenti azzurri non hanno alternative in caso di fuga da Forza Italia, se non quella di cedere alle tentazioni dell’ex premier. Un nuovo gruppo agevolerebbe probabilmente la transizione verso forme di vita politica diverse.
E d’altronde dentro Forza Italia la situazione si sta facendo sempre più chiara: Berlusconi si è arreso a Salvini, consegnandosi senza condizioni. Per una piccola truppa di suoi fedelissimi otterrà dei posti garantiti nella futura coalizione di centrodestra a guida verde. Gli altri si arrangino, non c’è posto per tutti. E così in quello che un tempo era il partito più votato d’Italia gli episodi di isteria si susseguono ininterrotti. E Zingaretti apre le porte, consapevole che dall’altra parte dell’emisfero anche i 5S vivono uno dei momenti più drammatici della loro storia.
L’Antica Roma? Era una città di immigrati. A dircelo è il Dna dei nostri antenati